Museo dell’Accademia Perugia

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La Galleria dei Dipinti

La Galleria dei Dipinti espone una selezione di opere dell’Otto e Novecento che abbraccia dallo stile purista, dominante in Umbria nella prima metà del XIX secolo, alla pittura sacra, a quella di storia e di paesaggio, fino a testimonianze dell’Aeropittura, della Scuola Romana, dell’Informale.

Il susseguirsi per quasi un cinquantennio (dal 1814 al 1873) di maestri romani o di formazione romana nella cattedra di pittura dell’Accademia porta nuovi stimoli nel panorama artistico perugino dell’Ottocento. I volti di questi maestri sono testimoniati da opere come l’Autoritratto di Jean Baptiste Wicar, di cui il museo conserva anche dipinti di soggetto sacro, e il Ritratto di Tommaso Minardi, insegnante e direttore dell’Accademia dal 1819 al 1821, realizzato da Adolf C. Senff. Altri autoritratti presenti sono quello del romano Silvestro Valeri, insegnante di pittura in Accademia per oltre un trentennio (1845-1873) e quello di Mariano Guardabassi, singolare figura di artista, archeologo e storico dell’arte, con il suo Autoritratto con pappagallo.

Il diffondersi del Romanticismo storico è presente nella rappresentazione di episodi evocativi, ad esempio Savonarola ascolta la sentenza di morte di Annibale Brugnoli (1867), o nella celebrazione delle glorie rinascimentali locali, come Raffaello accolto nella bottega di Perugino di Francesco Benucci (1851).

Ben rappresentata è l’attività di Annibale Brugnoli e Domenico Bruschi (La sorgente, 1899), i due maggiori artisti umbri della fin-de-siécle apprezzati per i loro lavori decorativi in varie città italiane e straniere.

La pittura di paesaggio raccoglie dipinti di vedute perugine dalla seconda metà dell’Ottocento al Novecento: Cesare Martinelli, Guglielmo Mangiarelli, Giuseppe Rossi, Arturo Cecchi, fino ad arrivare al linguaggio futurista di Gerardo Dottori e ai coloratissimi paesaggi umbri della sua Aeropittura (Sole sulle torri, 1930 e Canto delle montagne, 1954).

L’affacciarsi di nuovi linguaggi di respiro internazionale all’alba del Novecento trova voce nelle intense opere di Emma Goltein Dessau, raffinata artista di origine ebraico-tedesca vissuta a Perugia dagli inizi del Novecento (La visita nello studio, 1900, Ritratto della figlia Fanny, 1915).

Curioso l’episodio raccontato dai tre dipinti Modella in rosso, eseguiti nel 1914 da Giovanni Battista Carpanetto, Armando Spadini ed Emilio Notte come prova d’esame del concorso per la cattedra di Pittura: la selezione viene invalidata a seguito delle forti polemiche susseguitisi alla vittoria di Spadini, assegnata senza un chiaro giudizio della commissione d’esame.

Il romano Mario Mafai, iniziatore con Scipione e la Raphaël della Scuola Romana, è presente con una Natura morta eseguita nel 1947. Dello stesso anno è il dipinto Pesca a Fano, testimone della breve stagione figurativa di Alberto Burri e appartenente alla primissima produzione dell’artista quando, rientrato in Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo un lungo periodo di prigionia, comincia a dipingere.